Lo yacht è uno degli status symbol più ambiti, in quanto sinonimo di lusso e ricchezza. Questo termine però, in alcuni casi, viene frainteso. Affinché un’imbarcazione sia definibile come yacht infatti, ha bisogno di alcuni requisiti che la contraddistinguono da tutte le altre barche, sia ad uso pesca che per semplice svago.
L’origine di questa parole è da ricercare nel vocabolario olandese. La parola jacht infatti, in questo linguaggio va a significare caccia. Questo termine serviva, nei secoli scorsi, a definire alcuni natanti leggeri e veloci, utilizzati per esplorazione e trasporto dalle marine militari dei paesi nordici.
Come è facile intuire, al giorno d’oggi, lo yacht è ben altro rispetto a una nave militare. Si tratta infatti di imbarcazioni che, pur mantenendo maneggevolezza e velocità, sono principalmente barche da diporto.
Queste imbarcazioni, ad oggi, possono raggiungere dei costi molto elevati. Avere una panoramica sui prezzi degli yacht non è semplice, visto il numero elevato di modelli che oggi affollano il mercato.
Molto spesso questi gioielli del mare sono accomunati a personaggi famosi o cosiddetti VIP e, pur passando di mano, ne acquisiscono un’identità che li valorizza. Così come il Force Blu di Flavio Briatore, il Main di Giorgio Armani o ancora il Regina D’Italia, fatto costruire da Dolce & Gabbana nei cantieri di Viareggio.
Gli yacht sono un simbolo del lusso più sfrenato
Ancora più ambite rispetto alle auto sportive e più desiderate dei diamanti, queste barche rappresentano un vero e proprio traguardo per molti uomini d’affari.
Va considerato il fatto che non sempre nei vari decenni questi natanti hanno avuto forme e stili uguali. Al giorno d’oggi, è possibile individuare modelli che strizzano maggiormente l’occhio al vintage, altri che sembrano quasi astronavi.
Sotto questo punto di vista, i panfili offrono una nicchia di mercato comprensibilmente ristretta ma al contempo piuttosto varia.
Anche in tempi relativamente recenti, gli yacht hanno subito dei cambiamenti consistenti per quanto concerne stile e materiali. Fino alla metà del secolo scorso infatti, le imbarcazioni di questo tipo vedevano una struttura realizzata con materiali come legno e/o acciaio.
Con l’evoluzione tecnologica e la realizzazione di materiali più leggeri, resistenti e con prestazioni impressionanti, anche le dimensioni di tali imbarcazioni ha subito un incremento considerevole. Ad oggi infatti, esistono yacht capaci di superare i 50 metri di lunghezza.
Per trovare una definizione particolareggiata alla parola yacht però, è bene affidarsi alle norme UNI EN ISO 8666 che, oltre alla lunghezza, considerano anche altri fattori.
Rientrando nella categoria di imbarcazioni da diporto, uno yacht dovrebbe essere utilizzato per scopo ricreativo, al massimo per eventi sportivi. A livello pratico dunque, un natante usato per fini di lucro, non rientra in questa categoria.
Per questioni di fruibilità, i panfili diporto sono solitamente progettati per coprire lunghe distanze, con carene robuste e con una serie di soluzioni atte a rendere l’imbarcazione autonoma per lunghi periodi.
In tal senso va considerato anche uno spazio di stoccaggio più o meno considerevole. Oggi risulta possibile individuare navi di questo tipo un po’ ovunque nel Mediterraneo, in porti come quello di Catania, Cagliari, Genova e non solo. Si tratta di natanti ideali per chi ama l’avventura e vuole prendersi lunghe vacanze lontano da tutto e tutti.
Gli yacht da corsa invece, vengono realizzati con appositi materiali che ne incrementano le prestazioni per quanto concerne la velocità. Tutto ciò anche a dispetto dell’autonomia, visto che le gare hanno solitamente una durata piuttosto contenuta.
La definizione secondo il Registro navale italiano e la federazione internazionale della vela
Al di là di queste caratteristiche poi, ogni paese ha una definizione che va a determinare i confini tra yacht ed altri tipi di imbarcazione. Per esempio, nel contesto del Registro navale italiano, esistono tre tipologie di tale natante, ovvero Motor Yacht (dunque con motore), Vela e Motor Salier (un ibrido tra le due precedenti soluzioni).
A sua volta, i modelli a vela si suddividono in 9 differenti classi ovvero:
- Class 40
- Farr 30
- Farr 40
- International Maxi Association
- IMOCA 60[3]
- Swan 45
- TP 52
- X-35
- X-41
La suddivisione in queste classi è stata adottata dalla federazione internazionale della vela (International Sailng Federation) e ha dunque valenza internazionale.
Yacht e costi di mantenimento
Purtroppo, queste vere e proprie ville galleggianti, hanno costi che non si limitano al solo acquisto. Va infatti calcolato che è necessario del personale specializzato per gestire al meglio l’imbarcazione. Ovviamente, più il natante è grande e più personale è necessario per mantenere tutto perfettamente funzionante.
A ciò, va anche aggiunta i costi relativi alla patente nautica. Se si aggiunge anche il carburante e i costi legati alla manutenzione e al posto nel porto, è facile capire perché davvero poche persone possano permettersi questo tipo di sfizio.