ACAPULCO – CONFERENZA STAMPA DEGLI ELIO E LE STORIE TESE

È iniziata stamattina la prima tornata di incontri degli artisti con la stampa riunita, da noi seguito dalla sala Lucio Dalla del Palafiori. Ad inaugurare questa serie di conferenze stampa è toccato ad un gruppo; un gruppo che ha già partecipato due volte al Festival; un gruppo che ad ogni partecipazione è riuscito a creare scompiglio sia per le canzoni in concorso, sia per le performance sul palco.

Si parla logicamente degli Elio e le storie tese, in gara con la canzone “Vincere l’odio” (il contrario di Perdere l’amore). I componenti del gruppo hanno condotto l’incontro con la loro solita verve, da grandi cabarettisti quali sono, non prendendo mai nulla sul serio (attirandosi così anche la riprovazione di qualche giornalista troppo compassato) e riuscendo a divertire anche in un momento tendenzialmente più formale.

Renderemo ora una trascrizione il più possibile fedele di quanto detto. Una particolarità è stata la presenza di Rocco Tanica, storico componente, nonché autore del brano, ma non presente come performer.

Domanda: Perché questo titolo alla canzone?

Elio: Abbiamo scelto questo titolo perché gli Elio e le storie tese sono sempre stati contro l’odio e a favore dell’amore ed è sempre bene ricordarlo. Abbasso l’odio e viva l’amore.

D: Elio, vuoi imitare Ranieri nell’acuto finale?

Elio: No, non voglio imitare nessuno, ognuno canta a modo proprio e comunque sarei inferiore a Massimo. Vogliamo solo rimarcare il fatto di stare dalla parte dell’amore e contro l’odio. Ecco, vincere l’odio, perché l’odio è brutto.

Tanica: Io veramente l’avevo intesa non come sconfiggere l’odio, ma come aggiudicarselo.

Elio: Tu sta’ zitto che non sei in gara.

D: Qual è il vostro obiettivo per questa edizione?

Elio: Noi di solito puntiamo al quarto posto, ma quest’anno abbiamo fatto una scelta radicale: vogliamo arrivare eliminati. O meglio, ripescati. Gli ultimi dei primi. Infatti noi pensiamo che sia questo il cammino più interessante per un artista a Sanremo. È questo a cui dovrebbe puntare, essere eliminato e poi ripescato. Invito il pubblico ad eliminarci e poi ripescarci.

D: Possiamo parlare del vostro album?

Elio: No.

D: No? Perché volevamo qualche informazione in più su ciò che contiene.

Elio: Canzoni.

D: Veramente mi riferivo ad un oggetto inusuale per un album musicale.

Faso: Ah! Dentro al packaging. C’è un oggetto che ha a che fare con l’amore, ancora per rimarcare quanto vogliamo trasmettere. Allora, facciamo chiarezza. Non è un vibratore, ma un massaggiatore.

Elio: È l’amore.

Faso: Vedete, siccome siamo dei cultori degli anni ’70, vi ricordate che si diceva che c’erano “vibre positive”, abbiamo allora pensato di unire alla musica le “vibre positive”. E queste vibre cambiano in  base alla musica ascoltata, così ti colgono anche di sorpresa. Va bene anche per la coppia, pensa che bello quando sei con l’amante e le vibre cambiamo al cambiare della musica.

D: Perché la scritta Acapulco sul palco?

Elio: Non potrei dirvelo, non dovrei dire nulla, ma posso svelarvi che Acapulco è la nuova tecnica che sto utilizzando ultimamente. Sì, una nuova tecnica canora che mi sta dando grandi soddisfazioni, così voglio informare la gente di quando la uso e quando no. Infatti quando la scritta di accende vuol dire che la sto usando.

Faso: È una nuova tecnica di emissione. Praticamente ogni volta che nel testo c’è una p il cantante deve allontanare la testa dal microfono. Infatti la black page di coloro che cantano con la tecnica Acapulco è La pappa col pomodoro, perché non devi far sentire la p.

Tanica: C’è anche quella che fa pa pa pa papa.

D: Sapete che chi vince ha l’opportunità di rappresentare l’Italia all’Eurovision?

Elio: Pagano?

D: Di solito attaccate ferocemente un determinato modo di fare musica con le vostre canzoni

Elio: Si sa che le canzoni sono composte da un intro, una strofa, un ritornello, ecc…, ecco, visto che tutti si ricordano solo del ritornello abbiamo pensato di fare una canzone con solo di ritornelli. Solo che i nostri ritornelli cambiano sempre, quindi non è che ritornano, diciamo piuttosto che sono degli “andarelli”.

D: Quindi un attacco sia alla forma che al contenuto.

Elio: Come abbiamo detto siamo per l’amore, non attacchiamo, è un messaggio che mandiamo alla gente, non siamo obbligati a comporre in quel modo lì, intro, strofa, ritornello. Meyer dillo anche tu che sei il nostro esponente di spicco, dillo per il pubblico di lingua tedesca.

Meyer: (qualcosa in tedesco)

Elio: Ecco, avrete capito.

D: Quale sarà il vostro look? Quali sono le stranezze che fate prima di salire sul palco?

Elio: Vorrei far notare queste spille, queste bellissime spille. Sono fatte con la tecnica Acapulco.

Tanica: Acapulco by Morellato.

Elio: Tra l’altro vorrei specificare che si chiama Acapulco non per la città, ma per il suo creatore, John Acapulco, il quale non viva ad Acapulco, ma in una città del Messico: a Città del Messico.

Tanica: A proposito delle stranezze io di solito prima di salire sul palco indosso un perizoma al contrario, con il cordino davanti.

Elio: Sul look non possiamo dire nulla. Tra l’altro look in italiano vuol dire guardare. Bello no, ma interessante sì, per provocare.

D: Sul femminiello della canzone, cosa credete possa pensare Giovanardi?

Elio: Non ci schieriamo contro Giovanardi, vogliamo solo essere i primi. I primi a mettere l’omosessualità in una canzone a Sanremo. Nonché i primi a fare la Quinta di Beethoven come cover.

Tanica: Visto che di solito si conta quante volte ricorrono nelle canzoni parole come “amore” o simili, noi vogliamo far notare che siamo stati i primi a far ricorrere una solta volta un verso come “ebreo ellenizzato di Tarso”.

Elio: Vorrei concludere dicendo che oggi ho scoperto che il patrono di Sanremo non è San Remo, ma bensì San Romolo.