IL CARNEVALE DI IVREA E LA BATTAGLIA DELLE ARANCE

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Una volta anticamente egli è certo che un barone ci trattava duramente con la corda e col bastone,

d’in sull’alto castellazzo dove avea covile e possa, sghignazzando a mo’ di pazzo ci mangiava polpa ed ossa.

Ma la figlia d’un mugnaro gli ha insegnato la creanza, che rapita all’uom più caro volea farne la sua ganza.

Ma quell’altra prese impegno di trattarlo a tu per tu: quello è stato il nostro segno, e il castello non c’è più.

E sui ruderi ammucchiati, dame e prodi in bella mostra sotto scarli inalberati noi veniamo a far la giostra:

su quei greppi, tra quei muri, che alla belva furon tana, suonan pifferi e tamburi la vittoria popolana.

Non v’è povero quartiere che non sfoggi un po’ di gale, che non canti con piacere la canzon del carnevale.

Con la sposa e col garzone che ad Abbà prescelto fu, va cantando ogni rione: il castello non c’è più.

Considerato il più antico carnevale storico d’Italia, ha origini nel 1800 ed è un evento unico, dove la leggenda si intreccia con la realtà. L’origine della Battaglia, nasce come gesto scherzoso e cavalleresco, dove le giovani fanciulle lanciavano le arance, frutto esotico ed aristocratico del tempo, verso i nobili cavalieri da cui volevano essere notate.

Le carrozze iniziarono a rispondere a tono come omaggio fino a trasformarsi nel 1854 in una vera sfida tra lanciatori di strada e lanciatori di balconi. Solo nel secondo dopoguerra con la nascita dei primi aranceri, la sfida assumerà i toni attuali.

Simbolo dell’evento è la Vezzosa Mugnaia, eroina della festa che riecheggia le gesta di Violetta, figlia di un mugnaio che liberò il popolo dalla tirannia. Promessa sposa del Marchese del Monferrato, barone che affamava la città, si ribellò alla prima notte di nozze, uccidendolo con la sua spada.

Il gesto diede vita alla rivolta popolare e alla famosa Battaglia delle Arance, mentre il berretto frigio di color rosso a forma di calza, rappresenta l’adesione e il consenso alla lotta per l’aspirazione della libertà. È obbligatorio indossarlo altrimenti si rischia di diventare oggetto e bersaglio di tiro degli aranceri.

Per rievocare la battaglia storica di Ivrea,  sfilano 54 carri da getto formati da 35 pariglie (2 cavalli) e 19 quadriglie (4 cavalli) che percorrono le 4 piazze principali della città. Gli aranceri sui carri, rappresentano i tiranni e hanno maschere di cuoio e protezioni che rievocano le armature, mentre gli aranceri a terra, sono il popolo della rivolta e sono sprovvisti di tutto.

Le squadre partecipanti sono: Asso di Picche, Aranceri della Morte, gli Scacchi, gli Scorpioni d’Arduino, i Pantera Nera, i Diavoli, i Mercenari, i Credendari e i Tuchini del Borghetto.

La Battaglia delle Arance può considerarsi un mix di passione e coraggio. È una gara goliardica e dopo ogni sfida, gli aranceri si stringono la mano in senso di lealtà.

Non mancano occhi neri e ferite sanguinanti durante il tiro, esibiti con orgoglio come fossero medaglie a simboleggiare il coraggio sul campo di battaglia. Il duello assume spesso il sapore di una sfida individuale tra i contendenti: tirare più forte verso un conoscente è sinonimo di rispetto per onorarlo in battaglia.

Ogni carro è finemente decorato e alla fine della manifestazione, verrà premiato insieme alla squadra che avrà saputo distinguersi per ardore e tecnica.

Lo storico Carnevale di Ivrea richiama ogni anno circa 100.000 spettatori. 9000 sono i quintali di arance utilizzate, provenienti da aziende siciliane e calabresi che operano nel circuito di Libera, associazione che lotta contro le mafie, ma soprattutto, sono agrumi destinati al macero che non potrebbero mai arrivare sulle tavole.

Pifferi e tamburi accompagnano la sfilata e rievocano le bande militari esistenti anticamente nell’esercito. La città dal giovedì al martedì grasso, viene completamente rivestita di bandiere e colori delle varie fazioni, creando un clima carnevalesco sentito da tutti gli eporediesi.

Infine, il profumo delle arance schiacciate e calpestate durante la battaglia, crea un aroma che contraddistingue il carnevale e lo rende unico nel suo genere.

Si consiglia vivamente la visione, la partecipazione e per i più arditi, l’adesione alla battaglia!

Per approfondimenti consultare il sito: www.storicocarnevaleivrea.it