Bioarchitettura e bioedilizia: il mondo dell’arte riscopre la natura

Il preconcetto ci parla delle case prefabbricate in legno come di edifici semplici, non particolarmente ricchi o preziosi, di solito posti in luoghi di montagna e in climi freddi. Dall’unione di tecniche e innovazioni tecnologiche proprie di bioarchitettura e bioedilizia è invece possibile adattare questa soluzione abitativa a moltissimi ambienti diversi.

La curiosità ha spinto, ovviamente, i sensibili sismografi degli artisti contemporanei ad analizzare le possibilità di design di queste abitazioni. Ecco alcuni esempi di perfetta integrazione tra arte e nuove tecniche attente all’ambiente per l’edilizia.

Bobby Niven e Iain MacLeod

Siamo in Scozia: l’artista Bobby Niven e l’architetto Iain MacLeod, ex compagni di scuola e oggi partner di moltissime aziende e organizzazioni non profit vogliono costruire “Artist Bothy”. Artist Bothy (che in lingua locale significa “capanna di montagna”) è una casa prefabbricata in legno completamente mobile, che consentirebbe alle persone di vivere immerse nella natura e nei paesaggi mozzafiato della Scozia a ridottissime emissioni dannose per l’ambiente. Non solo gli artisti, però, sembrano interessati a questa esperienza che ispiri il loro genio creativo: la richiesta di case mobili per le vacanze in Scozia e in tutto il Regno Unito cresce di anno in anno, segno che i più comuni cittadini desiderano staccare la spina dalla frenesia e forse anche dalle comodità della città per cercare rifugio nella natura.

Le caratteristiche dell’ambiente sono:

  • 12,5 metri quadri
  • legno lamellare, rivestimento in metallo e larice scozzese, prodotto da aziende locali
  • doppi vetri e cappotto termoisolante
  • completa autonomia idrica ed elettrica, ma con possibilità di collegarsi alle linee cittadine in caso di lungo soggiorno
  • materiali 100% sostenibili e filiere controllate

Dan Pauly: un falegname che si ispira a Tim Burton

Dan Pauly è un falegname e un artista americano, che lavora esclusivamente con il legno riciclato. E’ ragionevole pensare che il suo cognome si legga in modo più simile a “Polì”, perché la sua famiglia è trapiantata negli USA da quattro generazioni ma proviene dalle Alpi Svizzere.

Le sue opere hanno un design veramente particolare: tetti storte, piccole pareti sottili e quasi sgangherate a vedersi, balconcini fioriti. A vederle, possono sembrare letteralmente saltate fuori dal set di un film del regista americano Tim Burton.

La fiaba di Dan Pauly si esprime nella sua società “The rustic way”, che produce case gioco per i bambini, edifici per saune esterne, capanni, dependance, utilizzando esclusivamente legno dismesso e riciclato. La sua attenzione al design si coniuga in modo perfetto ad un grande amore per la natura e ad una ricerca sempre più profonda di materiali e tecniche che riducano l’impatto ambientale e insegnino ai consumatori ad utilizzare le risorse già disponibili, anziché andare in caccia di nuovi prodotti.